martedì, 08. Marzo 2022

Ecco come vivono la sostenibilità i collaboratori e le collaboratrici AMAG

AMAG si impegna molto a favore della sostenibilità. Molti dei nostri collaboratori e collaboratrici si impegnano in questo senso anche a livello privato, dimostrando che anche per loro questo tema non è più una moda, ma è parte integrante della loro quotidianità. In questa serie di blog vi mostriamo quanto sia vario il loro impegno.

Che cos’è la sostenibilità?

Per sostenibilità si intende uno sviluppo che soddisfa le esigenze attuali senza privare le generazioni future dei mezzi di sussistenza. Spesso, nel linguaggio colloquiale, ad esso si ricollegano principalmente temi ecologici. Il concetto comprende tuttavia tre dimensioni: sostenibilità sociale, economica e ambientale.

La sostenibilità è un tema che sta molto a cuore non solo ad AMAG come datore di lavoro, ma anche a molti collaboratori e collaboratrici nella vita privata. Desideriamo rendere visibile questa passione, motivo per cui nei prossimi mesi condivideremo con voi i ritratti di collaboratori e collaboratrici particolarmente impegnati in questo ambito.

La sostenibilità ha molte sfaccettature

Sono considerati sostenibili non solo i collaboratori e le collaboratrici che piantano alberi e guidano un’auto elettrica (anche se ovviamente questo è fantastico), 

ma anche tutti coloro che svolgono attività di volontariato o investono il proprio denaro in progetti sostenibili. Ci sono molte opportunità per impegnarci a favore di una collaborazione sostenibile: nei prossimi mesi vi mostreremo quante sono qui e sul canale Instagram del gruppo AMAG.

Sette domande a Ina Walthert, Head of Group Sustainability di AMAG Group AG

Ina, sei Head Group Sustainability di AMAG Group. Che cosa fai esattamente?

Domanda legittima, visto che la funzione è completamente nuova in AMAG. In qualità di Head Group Sustainability faccio parte del team Corporate Development. Nel mio ambito di competenza rientra l’elaborazione di un principio di sostenibilità adeguato ad AMAG e l’aiuto nella sua attuazione, dal punto di vista strategico e operativo.

Attualmente stiamo lavorando intensamente alla creazione di processi e strutture per misurare i nostri progressi in futuro. A tal fine sono in contatto con tutte le business unit e quasi tutti i settori Corporate Services. E naturalmente in futuro si svolgerà un’attività regolare di comunicazione. Il primo rapporto di sostenibilità AMAG sarà pubblicato in estate.

Che cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Amo il clima di lavoro positivo e cordiale, la forte volontà e il sostegno per il mio ambito tematico nonché la possibilità di collaborare con molte persone diverse sulle questioni più disparate. Questo mi ispira molto e dà vita al concetto, di per sé molto astratto, di «sostenibilità» per AMAG. Allo stesso tempo, mi piace molto anche il lavoro di definizione delle basi e di sviluppo. È emozionante vedere che c’è ancora molto da strutturare e da avviare.

Qual è stato il tuo percorso professionale finora?

In realtà, all’inizio volevo diventare una giornalista economica. Anziché giornalismo, ho studiato economia e, durante lo studio, ho scoperto la mia passione per l’etica, la filosofia e lo sviluppo aziendale. Grazie al sostegno del mio professore, al termine degli studi ho ottenuto una borsa di studio per un dottorato in ricerca etica interdisciplinare.

Ecco come vivono la sostenibilità i collaboratori e le collaboratrici AMAG - Blog der AMAG Group AG 1

Su Ina

Nome: Ina Maria Walthert
Funzione: Head of Group Sustainability
Presso AMAG da: 1° novembre 2021
Famiglia: sposata, due figli (6 e 7 anni)
Hobby: il nostro giardino, la mia vecchia bici da corsa BMC e provare sempre qualcosa di nuovo.

Ma poi mi sono presa una pausa dalla scienza e sono passata a un’azienda di consulenza specializzata in sostenibilità. Dopo un’altra tappa in ambito scientifico e nella gestione della qualità in una scuola universitaria professionale, sono molto felice di essere ora in AMAG.

Sino a oggi l’industria automobilistica non è certo stata percepita come il settore più sostenibile. Cosa ti stimola a mettere a frutto le tue competenze nell’industria automobilistica in generale e presso AMAG nello specifico?

La mobilità mi ha sempre affascinata perché coinvolge tanti ambiti della vita e tematiche diverse: abitudini di consumo, pianificazione del territorio, modelli di lavoro, progresso tecnologico, digitalizzazione e ora sempre più l’energia. Naturalmente ci sono anche altri settori interessanti ed è fantastico che vi siano anche aziende già sostenibili, ma in questi settori occorrono competenze diverse. Preferisco lavorare per un settore in cui posso contribuire a cambiare le cose. È questo il mio punto di forza.

Quello che mi affascina di AMAG è la volontà, che trovo ovunque, di plasmare la mobilità della Svizzera in modo nuovo, in linea con le esigenze e sostenibile. Dopo tutto, abbiamo un’influenza reale come AMAG, questo è un fattore motivante.

La sostenibilità non consiste solo nella componente ambientale, ma anche in quella sociale ed economica. Dove interviene maggiormente AMAG?

È vero, ed è per questo che il principio di sostenibilità di AMAG comprende anche tutti e tre gli ambiti di responsabilità:

con il programma interno «AMAG Fairplay» guardiamo al livello economico, che garantisce la nostra «License to operate» e il nostro successo economico anche in futuro. Tra questi rientrano temi come la governance, la compliance, ma anche una buona gestione dei rischi e importanti requisiti per la nostra gestione della sicurezza e della salute.

Con «AMAG Engage» affrontiamo tutti i temi sociali che sono da sempre stati e che sono tuttora importanti per noi di AMAG. Come il nostro grande impegno nella formazione e nel perfezionamento, un approccio reciproco sui valori e il nostro impegno sociale.

E «AMAG Net Zero» è tutto all’insegna della nostra responsabilità ecologica. In quest’ambito noi di AMAG esercitiamo l’influenza maggiore sullo sviluppo sostenibile. Il nostro obiettivo è raggiungere un’impronta ecologica a impatto zero entro il 2040. In tutti e tre i settori abbiamo ancora molto lavoro da svolgere, ma la volontà di fare qualcosa è palpabile ovunque, il che è fantastico.

Anche nella vita privata ti impegni per la sostenibilità?

Ognuno di noi è padrone della gestione dei propri consumi. Cerco sempre di mettere in discussione le mie abitudini di consumo, ma anche quelle della nostra famiglia. Mi concentro particolarmente sugli alimenti, che cerco sempre di acquistare a livello regionale e stagionale, possibilmente evitando la carne, e sull’abbigliamento, per cui applico il motto «meno è, meglio è» come principio fisso. Abbiamo anche provato stili di vita senza plastica e vegani, anche se sul lungo termine non ci è riuscito, con due bambini piccoli, ma ci stiamo lavorando. E nella nostra cittadina faccio volontariato presso la scuola e in una fondazione culturale.

Cosa consigli ai collaboratori e alle collaboratrici interessati alla sostenibilità, ma che non si impegnano ancora attivamente in tal senso?

Iniziare dal piccolo e mettere in discussione i propri modelli comportamentali. Ci si può orientare bene in base alle 5 R: Reuse, Reduce, Refuse, Rethink e Recycle e introdurre i primi piccoli cambiamenti comportamentali nella quotidianità. Magari azzardare un esperimento, come un mese senza carne e formaggio, o provare a non comprare vestiti nuovi consapevolmente per un certo periodo di tempo. Nel frattempo, esistono ottimi blog e siti web che possono essere utilizzati come fonte di ispirazione.

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